La mia serenità  è in banca o presso Dio?


DOMENICA 1 agosto 2010

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità ». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perchè, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sè: “Che farò, poichè non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà  richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà ?”. Così è di chi accumula tesori per sè e non si arricchisce presso Dio».
(dal Vangelo di Luca 12,13-21)

Capita spesso in chiesa di ascoltare il Vangelo un po’ distratti e distaccati, e non ci si lascia coinvolgere e provocare dalle parole che vengono pronunciate nelle letture della messa. Eppure stavolta se ci stiamo attenti, le parole di Gesù ci possono davvero punzecchiare e anche ferire un po’.
Nella lettera agli Ebrei al capitolo quattro troviamo scritto: “La parola di Dio è vivente ed efficace, piຠaffilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito..”.
Letto nel nostro contesto attuale, quello che è scritto nel Vangelo è più che mai attuale, e da un certo punto di vista potrebbe anche diventare fastidioso e far male.
Gesù dice che la vita dell’uomo non dipende da ciò che possiede.
Siamo alle porte delle ferie, e l’incubo vero e proprio che sta davanti a molti lavoratori e famiglie è quello di tornare (se ci vanno) dalle vacanze senza trovare più il posto di lavoro e il sostegno economico.
Purtroppo per molti questo incubo è già  diventato realtà  drammatica, e anche se si tenta di minimizzare e molti continuano a rassicurare che la crisi sta per finire, la povertà  di molte famiglie aumenta, e davvero si sente come la vita dipende da quel piccolo stipendio mensile che è in bilico o è sparito.
Come possiamo dunque rimanere distratti e non sentire come una lama che penetra nella vita ascoltando queste parole di Gesù?
La parabola che segue, pur raccontata da Gesù in un contesto economico e sociale distante dal nostro, è attualissima.
In questo ricco che accumula ricchezze nel magazzino, possiamo davvero vedere tutti noi, ma in particolare chi nella nostra società  fa dell’accumulo ad ogni costo il proprio scopo di vita. E anche se la ricchezza sempre più grande è di pochi e sempre più larga è la fascia di chi è povero, la ricchezza rimane per tutti il miraggio, il punto di riferimento.
Diventare ricchi, mettersi la vita “al sicuro”, non aver più pensieri economici per se e per la propria famiglia: questo sembra il valore-guida anche di noi cristiani.
Ecco perchè questo Vangelo ci può e ci “deve” ferire!
Lo dico a me che come prete non sono esente dall’ansia dell’accumulo e della tranquillità  economica. Non possiedo grandi ricchezze, ma mi ritrovo spesso a guardare il mio piccolo conto in banca come se fosse l’indice della mia serenità .

    Arricchire presso Dio, come Gesù conclude questa parabola a non-lieto fine, significa per me cambiare mentalità  e cominciare davvero a preoccuparmi non solo di quello che ho in tasca, ma di quello che ho nel cuore. Arricchire presso Dio è puntare ad arricchirmi di fratelli da amare, perchè il “presso Dio” rimane mio fratello e sorella che non stanno in cielo, ma accanto a me. Non sono nella cassaforte della banca, ma nella porta di fronte il mio appartamento, nel sedile accanto dell’autobus, nell’ombrellone vicino al mio, lungo il marciapiede che percorro a volte troppo in fretta… Li, proprio li, dove meno me l’immagino, ci sta la “banca di Dio” presso la quale posso depositare la ricchezza di amore che possiedo e che non devo perdere.
    La Parola del Vangelo mi ferisce un po’, ma lo fa per svegliarmi e sanarmi dalle vere ferite che mi provoco con l’egoismo che spesso mi condiziona e che non mi fa vedere chi sta peggio di me.


Giovanni don

4 comments

  1. Un bello scrollone, non c’è che dire. Salutare.

    Il tuo, certo, ma aoprattutto quello della Parola, che m’interroga, m’inquieta, mia mette sosopra, mi “ferisce”, mi mette in guardia, mi mette in discussione.

    Grazie.

  2. “Riporto” quanto scrivi: Ecco perchè questo Vangelo ci può e ci “deve ferire!
    Lo dico a me che come prete non sono esente dall’ansia dell’accumulo e della tranquillità economica. Non possiedo grandi ricchezze, ma mi ritrovo spesso a guardare il mio piccolo conto in banca come se fosse l’indice della mia serenità .

    il bisogno di sicurezza è il grande male di sempre. anche il giovane ricco che ebbe paura di seguire Gesù… aveva paura di perdere la sicurezza che gli veniva dai suoi ben. in fondo era un bravo ragazzo,eppure…

    Grazie Gioba sei grande!
    ho fatto girare in Slovacchia la tua “predica”.auguri! Tanino

  3. Oggi la maggior parte di noi non possiede grandi ricchezze materiali e il conto in banca è magro,invece abbondano queste ricchezze : la paura dell’instabilità economica, la preoccupazione della crescita dei figli senza un lavoro, il pensiero assillante se io ,genitore, muoio, venendo meno la pensione,come sarà la vita dei miei figli disoccupati? e poi tanto smarrimento e scoraggiamento, senso di fallimento e di impotenza.Tale stato e disagio ci allontana dall’autentica ricchezza: GESU’
    Che cosa fare? Di aiuto per me, in questo momento, è il consiglio di don Giovanni
    “CAMBIARE MENTALITA’ e cominciare DAVVERO a preoccuparmi non solo di quello che ho in tasca ma di quello che ho nel cuore.Arricchirsi presso Dio è puntare ad arricchirsi di fratelli da amare…. ” Tornare a volgere lo sguardo all’altro e al Signore va via ogni timore e si torna a sperare , ad amare e ad avere fiducia .Rinasce la certezza che Signore non abbandona mai e si prende sempre cura dei suoi figli. Dio è MISERICORDIA E PROVVIDENZA.

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